Il 2023 del Fashion Retail


Tra contrasto all’inflazione e modernizzazione della supply chain, il nuovo anno ha messo i Fashion Retailer di fronte a nuove e importanti sfide.

Il 2023 del Fashion Retail

È stato da poco pubblicato il Retail Industry Outlook di Deloitte, una ricerca, condotta coinvolgendo 50 leader del settore, che indica le principali sfide all’orizzonte nel mondo retail.

La maggior parte dei retailer si aspetta che l’attuale situazione di instabilità prosegua anche nei prossimi mesi. Solo un terzo degli intervistati confida in un miglioramento dei margini di profitto, e ben l’80% si aspetta che i consumatori diminuiscano le loro spese a causa delle instabilità finanziarie.

Gli strumenti individuati dai retailer per fronteggiare questa situazione sono due: gli investimenti nella supply chain, non solo per risolvere i problemi di rifornimento delle materie prime, ma per modernizzare il processo produttivo; e un’esperienza di acquisto sempre più seamless su tutti i canali, che permetta ai clienti di trovare il miglior prezzo nel modo più conveniente possibile.

I tre principali trend nel top luxury retail

Le difficoltà di spesa dei consumatori avranno un impatto anche sui beni di lusso. Ciononostante, la previsione per il personal luxury di Bain & Company, società globale di consulenza, è di una crescita tra il 3 e l’8%. Quali saranno le tre principali tendenze del 2023 nel settore del lusso?

La prima è il resale. Se per tanto tempo la rivendita del lusso è stata prerogativa delle boutique vintage o di nicchie di mercati online, gli esperti prevedono che quest’anno un numero maggiore di brand assuma il controllo del proprio mercato dell’usato. Un esempio è Rolex, che lo scorso dicembre ha lanciato un programma di usato certificato per i suoi orologi.

La seconda è il ritorno alla semplicità. Negli ultimi anni il luxury ha visto una corsa all’effetto wow, con capi sempre più stravaganti e dal design tutt’altro che minimalista. Ora i clienti, anche i più sofisticati, ricercano capi più semplici, da indossare più volte. 

La terza riguarda la “classe media”. Proprio per le incertezze di cui sopra gli acquirenti occasionali, quelli che in circostanze più favorevoli sarebbero ben disposti a investire 500€ per un paio di scarpe, ci si aspetta che si prendano una pausa in attesa di tempi migliori. Quella che non calerà, invece, sarà la spesa dei clienti high-end, quelli che prediligono i prodotti di top-brand come Chanel, Dior e Louis Vuitton.

Sogni una carriera nella Fashion Industry? Partecipa alla nuova edizione dell’Executive Master in Fashion Management. Affrettati, restano soltanto pochi posti disponibili!