Professional’s Got Talent: Cristina


Torna la rubrica dedicata alle esperienze di successo dei nostri ex-Allievi. Cristina Brunello, professionista del lean management, ci racconta come l’Executive Master in Gestione e Sviluppo delle Risorse Umane ha contribuito ad allargare la sua visione in ambito HR e i suoi orizzonti professionali.

Professional’s Got Talent: Cristina

Ciao Cristina, ben ritrovata e benvenuta a Professional’s Got Talent. Ci descrivi brevemente il tuo lavoro?

Sono consulente direzionale in CONSIDI, società di consulenza che si occupa di operation & innovation management. Con il mio lavoro aiuto la Direzione delle aziende clienti a individuare e attuare azioni di miglioramento con il coinvolgimento dei propri collaboratori. Ad esempio sono coinvolta nella mappatura e nell’analisi di tutti i processi di un’organizzazione, nella selezione di un software gestionale o nella definizione e implementazione di una strategia. È un lavoro dinamico e molto arricchente. Alcuni potrebbero pensare che a lungo andare ogni progetto assomigli a un “film già visto”, ma non è affatto così. Anche se gli obiettivi e le metodologie possono risuonare familiari, il contesto, la cultura e soprattutto le persone non sono mai uguali.

Cosa ha spinto una professionista con il tuo (ricco) background a partecipare all’Executive Master in Gestione e Sviluppo delle Risorse Umane?

Mi sono accorta che aiutare le persone a crescere, a cavalcare cambiamenti di ruolo, a comprendere le richieste dei propri leader era la vera sfida a cui volevo rispondere con il mio lavoro. E nonostante la laurea in Ingegneria Gestionale e i cinque anni di attività nella consulenza, in questo mi sentivo ancora debole.

E perché hai scelto proprio Professional Datagest?

Per due motivi: per il parco docenti con uomini e donne di prestigiose aziende e società di consulenza e per il percorso di coaching attivo per tutta la durata del master. Più di tutto mi premeva trovare nuove ispirazioni e lavorare su di me, e ho pensato che grazie a questi due elementi avrei potuto raggiungere il mio obiettivo.

È stato davvero così? Come ha influito il Master sul tuo sviluppo professionale?

Ho acquisito nozioni che mi tornano utili nella vita professionale di tutti i giorni e che mi hanno permesso di ampliare il mio raggio di azione. Ad esempio in questi mesi ho seguito un cliente nella definizione della strategia di talent management. Inoltre ho coinvolto quattro colleghi di Master - Andrea, Chiara C., Elia e Valentina - in un progetto con lo scopo di “fare network”, per mettere a fattore comune le competenze molto variegate presenti nella nostra classe, che vedeva la presenza di laureati in psicologia, scienze della comunicazione, giurisprudenza, ingegneria gestionale, economia, ecc. Lo scorso settembre abbiamo invitato tutti i nostri colleghi di master in uno spazio di coworking a Bologna, per presentare loro il progetto nel suo stato embrionale. Abbiamo raccolto la disponibilità di altri quattro colleghi - Carlotta, Chiara T., Davide e Giada - che ci hanno aiutato a consolidare i valori e a scrivere il manifesto del network!

Wow, sembra una splendida iniziativa!

Abbiamo tante idee. Per il momento abbiamo attivato il format “aperitivo tematico”, un appuntamento mensile da remoto durante il quale conversiamo di argomenti HR che da un sondaggio iniziale sono risultati di particolare interesse e per i quali qualcuno di noi, o grazie all’esperienza o agli studi che sta svolgendo, può fare da relatore e moderare la discussione.

E invece sul piano personale? C'è qualcosa che ti ha aiutato a scoprire di te?

Sicuramente ha messo in luce delle risorse che pensavo di non avere e rafforzato la mia resilienza. Il brusco cambio di rotta da lezioni in presenza a lezioni online legato alla pandemia di COVID-19 ha messo in crisi tutte le nostre aspettative e ci ha costretti velocemente a chiederci come ottenere il massimo da un modo differente di “stare in relazione”. Dopo l’assestamento iniziale, continuare quasi a pieno ritmo a lavorare in remoto e riuscire a studiare la sera attivando piccoli gruppi studio online è stato il primo successo personale. Ma la vera vittoria è arrivata con il project work!

Cioé? Qual è stata la sfida più grande del project work per CRIF?

Sicuramente riuscire a definire una strategia di Employer Branding mettendo d'accordo sei persone completamente diverse per background professionale e stile comportamentale, spingere sulle qualità di ognuno e arrivare a presentare le nostre proposte a sei voci come se a parlare fosse una sola. Lo reputo un risultato di cui andare assolutamente fieri!

Ci sono stati altri highlight nel tuo Master?

I momenti che ricorderò come più potenti in assoluto sono le sessioni di coaching e l’outdoor training: un viaggio nei meandri di “come funzioniamo”, l’occasione per chiedersi “dove sono arrivato e dove voglio andare”, la possibilità di venire “letto” con gli occhi del coach e dei tuoi compagni. Tutto questo ha aperto nuovi orizzonti al mio cammino di realizzazione personale.

Tra due settimane inizierà una nuova edizione del Master. Quale consiglio ti senti di dare ai nuovi Allievi?

Un augurio prima tutto: lasciatevi trasportare dall’entusiasmo e dalla curiosità! E poi siate protagonisti di ogni lezione, ascoltate, cercate connessioni tra quello che sentite e quello che è il vostro vissuto finora, fate domande e contribuite al dialogo! Mettete in campo energie, strumenti, sensibilità nell’esercizio apparentemente più semplice come nel più complesso business case; tutto arricchirà il vostro bagaglio. E siate tessitori di relazioni con i docenti e con i vostri compagni di master: la forza di una squadra che spinge verso un obiettivo comune va ben oltre la forza individuale, e mantenere contatti con persone che possano rappresentare un ottimo punto di riferimento nel vostro avvenire lavorativo è il più bel regalo che vi possiate fare dopo aver scelto di intraprendere questo Master.