Sfila l’eccellenza del Made in Italy in Professional Datagest


Max Mara, Pinko e Venette Waste i grandi nomi del sabato del master in Fashion Management

Sfila l’eccellenza del Made in Italy in Professional Datagest

Due campionesse del prêt-à-porter italiano e un’eroina della moda, portatrice (e realizzatrice) di una visione unica nel panorama del fashion. Il weekend di lezione appena trascorso all’Executive Master in Fashion Management è stato ricco di spunti di interesse, su un piano sia didattico che emotivo.

Le attività sono cominciate con l’intervento di Roberto Ramazza, Operations and Supply Chain Manager in Imax - Max Mara Fashion Group. Roberto Ramazza, docente del master sin dalla prima edizione, ha approfondito l’importanza delle scelte produttive e logistiche nel settore moda.

Dove si produce? In quale modo? Come si distribuiscono le principali filiere produttive mondiali e quali sono le caratteristiche di ciascuna di esse? Sono queste alcune delle questioni che Ramazza ha trattato nel corso della sua lezione, che si è focalizzata anche sui controlli della filiera produttiva e sugli aspetti legati alla logistica.

Riconosciuto in tutto il mondo come il precursore del prêt-à-porter moderno, il Gruppo Max Mara è una delle più importanti fashion house internazionali e la prima azienda di confezione italiana. È stata creata nel 1951 a Reggio Emilia con l’intento di proporre abbigliamento femminile di alta gamma prodotto secondo processi industriali d’eccellenza. Un primato che il Gruppo Max Mara ha consolidato nel tempo grazie a uno stile rigoroso e prezioso, che ha portato il marchio a un successo di scala globale oggi rappresentato dagli oltre 2.300 store presenti in tutto il mondo.

Sempre in Emilia ma a Fidenza, in provincia di Parma, affonda le sue radici l’azienda del secondo relatore. Daniele Pini è Chief Financial Officer di PINKO, il gruppo nato alla fine degli anni ’80 da un’idea di Pietro Negra, attuale Presidente e AD dell’azienda, e di sua moglie Cristina Rubini, famoso per lo stile eclettico, originale e contemporaneo che caratterizza le sue collezioni.

Daniele Pini ha portato la testimonianza del gruppo e quella di chi vi ha gestito, con successo, più di 15 operazioni di finanza straordinaria, supportato il setting up della distribuzione diretta retail in Cina, Usa e Giappone e accompagnato l’azienda nel programma ELITE lanciato da Borsa Italiana e London Stock Exchange. Nel suo intervento Pini ha mostrato agli Allievi come il Dipartimento Finance interagisca, supporti e guidi l’allineamento dell’Azienda alle nuove necessità di mercato, per poi soffermarsi sui KPI strategici e sulla costruzione del business plan.

Recentemente PINKO ha rafforzato il proprio impegno verso l’ambiente lanciando il progetto Pinko Forest, un vivaio di circa diecimila alberi da frutto in Kenya che, una volta completato, aiuterà l’ambiente e l’economia delle popolazioni locali. E la vocazione green è l’elemento che unisce la testimonianza di PINKO a quella della terza relatrice di questa eccezionale giornata.

È negli anni ‘80 che Rossana Diana comincia a Milano, nel tempio del design “Zeus”, la sua carriera nel settore fashion. Un percorso costellato di grandi successi, che la porterà a lavorare con brand di assoluta eccellenza quali Diesel, Larusmiani, Plein Sud, Bomisa e Vivienne Westwood. Un percorso nel quale, tuttavia, a un certo punto Rossana Diana avverte l’esigenza di un forte cambiamento.

È a seguito di questa evoluzione, ispirata da riflessioni proprie e di filosofi e letterati, tra cui l’ungherese Ervin Laszlo, che arriva la svolta della sostenibilità. Nasce Waste Couture, un progetto con cui realizzare abiti stupendi e originali vendendoli a un prezzo giusto ma soprattutto rispettando l’ambiente, evitando ogni forma di spreco e riequilibrando bene materiale e immateriale.

Venette Waste è l’alter ego con cui Rossana Diana dà forma e colore alle proprie visioni, dimostrando che anche nel fashion il profitto può non essere il metro di tutto e che anche lo spreco può trasformarsi in valore.

In Waste Couture non esistono Fashion Designers, ma Revealers. Così infatti è più opportuno che si definisca chi ha il compito di riconoscere la bellezza spontaneamente offerta dalla Natura, come ha spiegato agli Allievi Rossana Diana nel corso del suo ispirato e appassionato intervento, prima di illustrare le ultime creazioni di Venette Waste e dei suoi Fashion Revealers, attese questa settimana, a Parigi, sulla passerella di Vivienne Westwood.