Social Analytics: sono i numeri a decidere il successo


Social Analytics e strategia d'impresa: quando le scelte di business passano attraverso la performance

Social Analytics: sono i numeri a decidere il successo

Social Analytics e obiettivi strategici: un legame da proporre e riproporre, quanto mai prezioso se sfruttato con coerenza e intuizione per assicurare al proprio brand un reale vantaggio competitivo.

La lettura dei dati relativi alla propria social performance è un processo che richiede costanza e metodo, gli stessi elementi messi in gioco in questi mesi di formazione dagli Allievi del Master in Marketing e Comunicazione d’Impresa di Bologna.

Nel corso dell’ultimo weekend di lezione, Valentina Vellucci, Associate Partner di Magilla e docente di spicco all’interno del modulo di studio dedicato alla comunicazione digitale, ha accompagnato i ragazzi nel mondo delle social analytics.

Una lezione decisiva, ricca di novità e spunti per il futuro, in cui gli aspetti teorici legati al funzionamento delle principali piattaforme e le esercitazioni pratiche sugli strumenti tecnici, hanno aggiunto un nuovo capitolo al percorso di crescita ideato da Professional Datagest per formare i futuri protagonisti del marketing e della comunicazione aziendale.

La strada per la competitività e il successo, in questa sfida tutta digitale, passa inevitabilmente attraverso una definizione a priori di KPI chiari e coerenti, concretamente raggiungibili e successivamente misurabili. Ed è nel segno di questa consapevolezza, che durante l’ultima giornata di lezione abbiamo capito quanto la lettura dei dati sia importante per conoscere meglio il proprio brand.

Social media analytics: cui prodest?

L’epoca della trasformazione digitale, in cui tutti siamo profondamente immersi, ha portato a una radicale mutazione nei processi decisionali attraverso cui imprese e organizzazioni scelgono di relazionarsi con i propri pubblici di riferimento.

In quest’ottica, fare analisi critica sul senso (prima) e sui risultati (poi) della propria presenza online diventa l’arma più potente a disposizione del brand per intercettare le logiche che muovono interessi e orizzonti valoriali dei nuovi utenti digitali, e quindi intervenire su di esse.

Il dato si trasforma in informazione solo se letto attraverso uno sguardo d’insieme. Limitarsi a considerare la mera quantità è un’azione che nulla aggiunge in termini di contestualità e qualità dei risultati.

Nell’attuale saturazione degli spazi digitali, lavorare sulle social analytics, vuol dire mettere a punto un’azione di sinergia in cui diverse figure professionali (tra le quali spicca, ovviamente, il digital analyst) cooperano per restituire al management aziendale un giudizio qualitativamente completo e concretamente misurabile (benchmarking interni, competitivi, funzionali, ecc.).

In sintesi, fare analisi dei dati significa in tre punti: maggiore coscienza del proprio posizionamento sul mercato, una chiara cognizione in termini di brand awareness e reputation del marchio, monitoraggio costante dell’andamento delle campagne online.

Analisi quantitativa vs Analisi qualitativa

Gli approcci di lettura nelle social media analytics sono sostanzialmente due: il primo (quantitativo) privilegia il numero, il secondo (qualitativo) dà maggior risalto al contesto e alla perfomance. Entrambe le analisi nascono da due punti di vista strategici differenti.

L’analisi quantitativa, o analisi sporca, è la tipologia più rapida di report da elaborare, in quanto tiene conto solo di reportistica numerica, senza lettura critica o interpretazione.

Un esempio pratico sono le Web Analytics su base mensile. In generale, questo tipo di analisi non misura le performance, ma espone un numero assoluto senza contestualizzarlo.

Al contrario, l’analisi qualitativa, studia in maniera critica le performance. Si basa sui principi del benchmarking e della contestualizzazione. Senza una contestualizzazione critica dei dati di performance i numeri rimangono cifre e non indicatori di successo (oppure insuccesso) di una determinata strategia social.

Nessuno dei due approcci è sbagliato, essi sono piuttosto complementari.

Tools di monitoraggio

Processare e strutturare quantità di dati potenzialmente molto elevate è un’attività che richiede tempo ed energie. Fortunatamente, abbiamo a disposizione un numero sempre crescente di tools che ci consentono di rilevare, aggregare e mettere a confronto le informazioni che desideriamo analizzare. Eccone alcuni:

  • Fanpage Karma: consente di costruire una dashboard per il calcolo dell’engagement rate medio nel nostro campo di interesse;
  • Social Bakers: la versione free consente di capire le politiche di espansione del brand tramite profili demografici e di conoscere il mercato di riferimento dei top player di settore per ciò che riguarda l’engagement rate;
  • Simply Measured: freemium analytics tool con accesso gratuito a diversi pacchetti di insights istantanei e gratuiti;
  • Social Blade: permette l’accesso a un notevole numero di metriche e statistiche sui canali Youtube.

Questi sono solo alcuni dei tools di monitoraggio al momento più interessanti che possono essere utilizzati insieme ai back end nativi, nel lavoro quotidiano del digital analyst.

Social strategy e data analysis sono i temi cui Professional Datagest ha scelto di riservare particolare attenzione all’interno del programma del Master in Marketing e Comunicazione d’Impresa. Il percorso formativo, giunto alla sua 16a edizione, si rivolge a neolaureati e a giovani professionisti che desiderano aggiornarsi e acquisire nuove competenze nei settori del marketing e della comunicazione per il business.

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